pometablava said:
Here is a link( in italian, sorry).
Many thanks for the link Zhuravlik. Language is not a problem, I can read Italian
Regards
Antonio
If it is so things changes.
I can really advice you to read, if you can, the EDAI monograph about Marina Militare Italiana (MMI) realized by Ruggero Stanglini and published by EDAI in 1991.
It is a good source of information, and also some data, about these interesting projects.
I can extract you some info as follows:
"Specifiche previste: lunghezza fuori tutto 83 metri, diametro massimo scafo resistente 9,55 metri, dislocamento 2.300 tonnellate (3.400 immerso).
La propulsione doveva essere affidata ad un impianto nucleare ad acqua pressurizzata da 30 MW di potenza termica, derivato dal modello S5W della Westinghouse e studiato dal CAMEN, che alimentava due turbine (alta e bassa pressione) accoppiate ad un diruttore. La potenza massima erogata sull'unico asse con elica a 5 pale era di 15.000 cavalli, cui doveva corrispondere una velocità massima continuativa di 30 nodi."
"La carena si presentava come un solido di rivoluzione (serie 58) le cui forme erano derivate dalle esperienze effettuate dall'US Navy con il battello sperimentale Albacore, e che permetteva lo sviluppo di elevate velocità in immersione. La manovrabilità sarebbe stata assicurata da superfici di governo poppiere cruciformi (timoni orizzontali e verticali), mentre i timoni orizzontali di prora erano posizionati sulla falsatorre allo scopo di migliorare le prestazioni di sensori elettroacustici. 4 paratie stagne delimitavano il locale siluri (6 tubi da 533 su due file orizzontali da 3 con 30 armi di riserva), il compartimento destinato al controllo dell'unità e ai locali di vita (su 4 livelli), il compartimento reattore, il compartimento dell'impianto di distribuzione dell'energia elettrica e del sottostante gruppo diesel-generatore di emergenza, e, infine, il compartimento del gruppo propulsore ed i due gruppi turbo-alternatori con una potenza unitaria di 1.800 kW.
Era prevista una spesa di 30 miliardi di lire del 1959, cifra che rendeva utopistico il proseguimento del progetto, date le difficoltà di bilancio delle FFAA. Oltre a ciò mancò la disponibilità americana a fornire la necessaria assistenza tecnico-logistica. Il Marconi comunque non fu l'unico progetto relativo ad unità a propulsione nucleare, quanto piuttosto quello su cui si concentrarono maggiormente le attenzioni di detrattori e fautori di una marina militare di rango mondiale."